Sembra che qualcuno abbia spinto il tasto REWIND e ci stia facendo riavvolgere il nastro di questo ultimo anno. Da marzo 2020 ci siamo preoccupati, ci siamo protetti, ci siamo impegnati, ci siamo anche sacrificati e disperati. Poi abbiamo trovato il modo e lo spazio per andare avanti e continuare a camminare, a lavorare a vivere, nonostante tutto. Lo abbiamo fatto noi e insieme a noi lo hanno fatto, passo dopo passo, i nostri pazienti. E poi, oggi, ad un anno dall’inizio ufficiale di questa pandemia, sembra che tutti gli sforzi, l’impegno, le realizzazioni e i progetti portati comunque avanti, non siano valsi a nulla. Di nuovo quasi tutta l’Italia è in zona rossa e un anno di vita sembra essere andato perso e allora riavvolgiamo il nastro.
In questi giorni i pazienti raccontano questo: la perdita.
La perdita di tempo, di possibilità, di speranze, di energie, di vita. Parlano di un anno di ibernazione e stand by. In cui anche i traguardi, le crescite, i successi sono stati effimeri, evanescenti, apparenti, svuotati di senso e valore perché coperti da una pesante coltre di pericolo, di morte, di incertezza, di isolamento. Oggi di fronte ad una realtà esterna concreta che sembra proporre il passato che si ripete continuamente nel presente, anche i momenti positivi di quel passato perdono senso e importanza, perché quando premiamo il tasto rewind non possiamo rivedere le scene al contrario lineari, chiare e pulite. Le vediamo accavallate, accelerate, senza poter riconoscere bene i frame, senza poter distinguere bene le parole. Il contenuto si distorce.
I nostri pazienti ci raccontano di aver buttato un anno e di sentirsi persi e impotenti perché hanno lasciato che l’oscillazione di una condizione sanitaria incerta e la confusione sulle modalità di gestione di questa situazione, condizionasse una loro realtà interna attivando un meccansimo di rewind e distorsione che sono loro stessi a mettere in atto, anche senza pandemie e zone rosse. Lo mettono in atto quando dopo un’altra delusione in amore ci dicono “tanto è impossibile, non troverò mai la persona giusta”. O quando dopo l’ennesimo brutto voto raccontano “tanto non serve a niente, non ce la farò mai”. Ogni volta che lasciano che quello che accade fuori, seppur oggettivamente difficile e problematico, alteri quello che vive dentro di loro.
Sta a noi, allora, continuare a proporre l’inverso.
Privilegiare una realtà affettiva forte, salda, viva che si oppone al ritorno indietro psichico, che considera e ricorda il valore affettivo dei successi e delle crescite, soprattutto di quelle realizzate tra tante avversità. Siamo psicologi e sta a noi continuare a mettere al centro la realtà psichica dell’essere umano che si muove, vive, cresce e preme il tasto play. Anche quando il mondo esterno sembra in rewind.
Noi il tasto play non abbiamo mai smesso di spingerlo.
Anche quando siamo sembrati meno presenti non abbiamo mai smesso di lavorare per creare contenuti, progettare incontri, realizzare corsi. E oggi, dopo un anno di impegno, sta per prendere il via il nostro corso in modalità online. Ve ne parleremo presto e ci farà piacere continuare a premere insieme il tasto play per essere psicologi, sempre di più e sempre meglio.